La storia di Radio Frequenza

Che cos'è Radio Frequenza?

È il sogno, l'idea, l'illusione di un Rettore...

È una radio universitaria, ma sui generis...

È un laboratorio...

È assolutamente casa...

Si va in onda: 2003-2023. Una storia tanti volti.

Radio Frequenza è un sogno. Un’illusione unita a una buona dose di intuizione da parte di un Rettore, che vedeva nell’embrionale modello dei Campus Radio, uno strumento potente da portare all’interno del proprio Ateneo. Sul panorama nazionale R.F. si distingue per essere una radio comunitaria e locale. I ragazzi che vi lavorano hanno a che fare con un laboratorio dove:

  • Sperimentano nuovi linguaggi e format
  • Formulano idee
  • Vedono ricadute sul territorio riguardo al proprio operato

Parlare bene, organizzare un discorso, approfondire e sintetizzare, sono solo alcune delle cosiddette soft skills che l’esperienza nell'emittente consente di acquisire. Capacità care, non solo agli iscritti di Scienze della Comunicazione, ma a qualsiasi studente dell’Università di Teramo.

La voce di Monica

Insoddisfatta dal modo di esprimersi degli avvocati penalisti del territorio, Monica Ferrante ha trovato nella radio locale una via per migliorare la propria esposizione. Intravede nel medium la possibilità di essere una buona oratrice e quindi di apportare qualità alla professione per cui si stava formando. 

Può un hobby diventare un lavoro? L'esperienza di Monica è stata questa:

ha sposato la causa R.F. e ha investito in un progetto comunicativo all’interno dell’Università e dei territori, che mirava a informare, diffondere la cultura e i saperi dell’Università, con la finalità di far divertire le persone.

Obiettivo: scardinare il binomio cultura-noiosa o di solo appannaggio accademico.

“La cultura può essere divertente ed è interessante per tutti, basta solo saperla comunicare”
Monica Ferrante

Il primo gruppo di sognatori

Il viaggio di Monica inizia insieme a Giovanni Cellini. Studenti pionieri, che hanno raccolto le istanze dell’allora rettore Luciano Russi, iniziano ad elaborare un progetto di radio con un ricco palinsesto, tenuto da un gruppo di lavoro: la classe del docente di Comunicazione Radiofonica, l’ex vice direttore di Radio Tre, Marino Sinibaldi.

28 aprile 2003 

Prima stagione in assoluto di Radio Frequenza.

Da questa data fino ad oggi, Monica si è occupata di formare i ragazzi, dando loro la possibilità di andare in onda, imparando i segreti del mestiere e a mettere in pratica le loro idee.

“Ascoltate le radio, ascoltatene tanta di radio, poi chiudete gli occhi e sognate la vostra”

Monica Ferrante

L’invito e il consiglio prezioso di chi la radio l’ha fatta e la fa tutti i giorni, è di non copiare i network odierni, bensì fare della radio dell’Università di Teramo:

“uno spazio in cui creare una radio a propria dimensione con lo scopo di rinnovare il linguaggio e rimanere in linea con i tempi senza ancorarsi a vecchi stereotipi che impediscono di fare la differenza rispetto ad altre radio”
Monica Ferrante

Pronto mi passa il Rettore?

Settembre 2002. L’ex rettore Luciano Russi, volle sperimentare un programma avanguardistico dal nome “Pronto mi passa il Rettore?”, che prevedeva la diretta streaming sul web. Poi, rimontato e velocizzato si sarebbe trasformato in un prodotto radiofonico della durata di circa dieci minuti.

Si può dire che le radici di R.F. affondino nella grande disponibilità di un Rettore che già da tempo si era messo a servizio dei suoi studenti: Monica racconta di un numero verde istituito da L. Russi, che in determinati giorni della settimana rispondeva personalmente alle telefonate e si metteva a disposizione per le diverse richieste degli studenti.

Aprile. Si parte con la creazione del programma radiofonico: quattro ore di programmazione sulla radio locale Activity, con sede a Castelnuovo, che ospitava il laboratorio radiofonico dell’Università degli Studi di Teramo.

Il salto di qualità

2007. Con l’acquisto delle frequenze da parte della Fondazione dell’Università degli Studi  di Teramo, grazie alla lungimiranza dell’ex rettore Mauro Mattioli, l’impegno radiofonico si intensifica: dalle quattro ore settimanali di messa in onda, si passa alle 24h sette giorni su sette.

Tanta preparazione, ma anche tanta possibilità di sperimentare.

Monica sottolinea l’importanza di avere la libertà di esprimersi e sbagliare nello spazio offerto dall’Università, occasioni poco realizzabili in esperienze lavorative ex novo o in una piccola radio, in cui bisogna attenersi a schemi più rodati legati alla sicurezza degli ascolti.

Lavorare in una radio Universitaria permette di:

  • Mettere in pratica le proprie idee
  • Sbagliare
  • Non essere vincolati agli inserzionisti pubblicitari
“Un’idea non è perfetta, ma perfettibile”
Monica Ferrante

Le fasi di R.F. legate allo sviluppo teconologico

Trasmettere su più piattaforme porta diversi vantaggi, è indubbio. A confronto con la tv, la radio è un medium che vive su più device; viene ricordato che con l’acquisto delle frequenze FM, si è aperta la possibilità di entrare nel DAB+: Digital Audio Broadcasting.

L' emittente universitaria non è una web radio, ma una radio in FM che ha la possibilità di trasmettere in simulcast sul web, di caricare podcast e di accedere alle moderne tecnologie.

Da radio di servizio a radio comunitaria

Radio Frequenza è nata come una finestra all’interno di una radio locale; il primo obiettivo era quello di far lavorare gli studenti pur con spazi ridotti.

Oggi, avendo più margine per la messa in onda, l'emittente riesce ad ospitare e promuovere le iniziative del territorio: gli eventi dell’Università, le proposte culturali e le associazioni non profit del posto, tutto ciò per creare un anello di congiunzione con la città e la provincia.

A proposito di questo, durante la  Teramo mare, sintonizzarsi su Radio Frequenza sembra la mossa più giusta da fare, visto che è la radio che si sente di più e meglio.

Una radio fatta dai ragazzi, ma non solo per i ragazzi

È bene precisare che R.F. è una radio portata avanti da studenti universitari, ma non si rivolge solo ed esclusivamente a loro.

L’obiettivo resta sempre quello di formare dei comunicatori, attraverso un percorso graduale fare in modo che il proprio  messaggio sia recepito da più ascoltatori.

“La radio non è la vostra cameretta”
Monica Ferrante

Chi è il pubblico di Radio Frequenza?

Monica ricorda quanto rappresenti una sfida rivolgersi ad un pubblico eterogeneo: per far questo è importante non escludere gli ascoltatori, con atteggiamenti estremamente colloquiali e rilassati con i propri compagni mentre si è in onda.

Trasmettendo in FM si pone uno scopo per i ragazzi molto stimolante:

Parlare ad ascoltatori che sono del territorio, ma al di fuori del contesto universitario; questo comporta uno "scioglimento" del linguaggio gergale, delle formule convenzionali tipiche degli universitari per aprirsi ad un'audience più ampia.

Rafforzare il senso di comunità durante la pandemia

Durante il lockdown non si è potuti andare in Ateneo, in radio… nessun problema! Sergio Pipitone si è reinventato e ha allestito uno studio di registrazione a casa sua, collegandosi giornalmente con gli studenti, questo ha consentito:

  • La crescita del senso di appartenenza all’Università
  • La vicinanza del territorio ad UniTe

Aspetto positivo del periodo pandemico è stato il recupero dell’immediatezza della radio. Quando le ore di programmazione erano quattro si prestava più attenzione all’impostazione della voce, al dettaglio. I programmi erano molto post prodotti.

Oggi si sacrifica la perfezione del montaggio dando più spazio alla spontaneità; negli anni ci si è preoccupati troppo di fornire un programma confezionato e patinato, basti pensare ai collegamenti di “bassa qualità” da diversi dispositivi in radio e televisione.

“Anche con dei mezzi più leggeri presumo che col tempo si riuscirà a fare dei prodotti sempre migliori, grazie alla tecnologia e all’esperienza acquisita"
Monica Ferrante
“Un programma che racconti gli angoli più bui della nostra città”
Monica Ferrante

Tanti ospiti e parlare di ricerca scientifica è la combinazione preferita di Monica, ma il programma che non ha ancora visto la luce?

L’aspirazione sarebbe quella di creare nel tempo un dialogo sempre più presente con il territorio, attraverso lo sguardo degli universitari che vivono la città.

Lavorare per e con Radio Frequenza significa:

  • Essere liberi di realizzare il programma che si vorrebbe ascoltare
  • Focus sulle passioni, hobby individuali che poi saranno ampliati durante il percorso nella fase di elaborazione del programma
  • Libertà in termini di messa in onda, programmi e pubblicità rispetto al servizio pubblico.

Per conoscere gli esordi e gli sviluppi di Radio Frequenza abbiamo intervistato Adele Lisciani, responsabile dell'Ufficio stampa e produzioni radiotelevisive della Fondazione dell'Università degli Studi di Teramo

A cura di Antonio Gualtieri Paternò e Alessandro Colleluori

Intervista ad Adele Lisciani

Com’è iniziata la storia di Radio Frequenza?

La storia di Radio Frequenza è iniziata nel 2003 per volontà di Luciano Russi, rettore e giornalista molto attento alla comunicazione. Di fatti, ancor prima di Radio Frequenza, aveva già istituito un polo televisivo tramite un accordo con l’emittente televisiva teramana Teleponte in cui l’Università degli Studi di Teramo conduceva un tg di informazione redatto da alcuni giornalisti dell’ufficio stampa. Poco dopo infatti, al polo televisivo venne agganciato anche un polo radiofonico. Nel 2003 si cominciò in maniera sperimentale con una redazione composta da Monica Ferrante e Giovanni Cellini in cui si trasmetteva un programma radiofonico giornaliero di poche ore su Radio Activity. Nel 2007, con il nuovo rettore Mauro Mattioli avvenne il grande salto grazie alla scelta di acquistare Radio Activity, permettendo così all’Università degli Studi di Teramo di avere una propria frequenza radiofonica. Ad oggi Radio Frequenza ha un palinsesto che copre l’intero arco della giornata.

Che importanza ha avuto dar vita a una radio universitaria a Teramo?

L’intuizione di avviare una radio universitaria a Teramo è stata molto importante: oltre a offrire la possibilità ai giovani di potersi confrontare su temi e dibattiti, ha anche dato vita a una voce che diffonda il punto di vista e il profilo dell’Università su una città che ha bisogno di conoscere profondamente le attività e i motivi per cui quest’ultima esista in un territorio.

Perché la scelta di una radio?

La radio è un mezzo leggero che permette di andare in onda attraverso un microfono e di diffondere immediatamente la propria voce, a differenza della televisione che ha un modo più “costruito” di fare comunicazione poiché impone tempi, studi e riprese. È per questo motivo che la radio è il mezzo più vicino ai giovani ed è molto apprezzato da loro.

L’ufficio stampa ha avuto dei cambiamenti con la nascita di Radio Frequenza?

L’ufficio stampa e produzioni radiotelevisive non ha cambiato pelle con l’avvento della radio dato che quest’ultimo ha creato delle redazioni dedicate per cui la funzione di sintesi sui prodotti e sui palinsesti da confezionare restasse tale. Bisogna dire che c’è stata sempre un’ampia libertà, sia nella redazione televisiva che in quella radiofonica, di sperimentare nuovi programmi ampliando la platea di studenti che partecipano a tali attività. L’obiettivo principale per una radio universitaria è quello di creare dei prodotti innovativi fatti da studenti senza cercare di imitare o replicare altri programmi radiofonici già esistenti e condotti da professionisti del mestiere. Una radio universitaria è tale e ha una sua importanza, valenza e funzione solo se è fatta da studenti che introducano il loro punto di vista, spesso considerato minoritario e raramente rappresentato, a differenza di quello degli adulti, degli affermati, dei personaggi politici, sportivi e dello spettacolo.

Ha particolari ricordi in merito alla sua esperienza con Radio Frequenza?

Nel corso degli anni abbiamo collezionato bellissime emozioni ed esperienze; ai microfoni di Radio Frequenza sono passati personaggi illustrissimi come ministri, personaggi dello spettacolo e dello sport, e devo dire che, anche le persone all’apparenza più fredde e distaccate, nel momento in cui gli è stata proposta un’intervista radiofonica fatta da studenti di una radio universitaria, hanno tutti accettato volentieri, dimostrando la loro apertura e disponibilità. Credo che questa sia una grande dimostrazione dell’importanza di una radio universitaria che porti avanti pensieri, idee e progetti di giovani studenti che decidono di mettersi in gioco.

Per capire come Radio Frequenza riesca ad essere importante a livello territoriale, abbiamo intervistato il Magnifico Rettore Dino Mastrocola. Ci siamo fatti raccontare perché è importante avere una radio all'interno dell'università, ma soprattutto cosa può fare la radio per l'Università Degli Studi di Teramo.