RE - public

la Repubblica cantata

ep 1: Aprite le finestre al nuovo sole. Gli anni della Rinascita.

Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale
alla ricostruzione della nuova Italia.

"La guerra era passata e la gente si stava abituando ad una nuova normalità."

Nell’immaginario collettivo gli anni Cinquanta sono giubbini di pelle, scarpe lucide e larghe gonne piroettanti a ritmo di rock ’n’ roll: sono gli anni di Elvis, per intenderci! Ma non solo, e soprattutto non subito, e ovviamente non in Italia. Proviamo a guardare un po’ più da vicino quell’Italia degli anni Cinquanta, che era ancora ben lontana da tutta quella lacca e quei calzini candidi, e che invece si presenta piuttosto a pezzi, frammentata non solo negli animi ma anche nel territorio. E soprattutto, di calzini bianchi non c’era nemmeno l’ombra.

Il secondo dopoguerra, infatti, rappresenta per l’Italia  il momento in cui le differenze tra nord e sud - e tra ricchi e poveri - sono lampanti. E le canzoni di quel periodo ci disegnano uno scenario in cui queste differenze si traducono in contraddizioni capaci di dirci più di quanto l’evidenza non riesca. Alcune di queste lo fanno attraverso un’arma che era già stata sperimentata sotto il fascismo, l’ironia.

Il ricorso all’ironia nei testi delle canzoni era una  pratica diffusa già negli  anni Trenta e Quaranta, con autori come Gorni Kramer, Mario Panzieri o Natalino Otto. Un esempio è La Badoglieide, canto popolare del 1944 nato da un’improvvisazione di 8 partigiani della quarta banda di Giustizia e Libertà tra cui Nuto Revelli, Ivanoe Bellino, Nino Monaco e Alberto e Livio Bianco sulla musica della canzonetta ‘E non vedi che sono toscano’: un testo dal fiero spirito anti-monarchico e anti-Badogliano. La canzone rispecchia il clima che si respirava sul fronte al termine della Seconda Guerra Mondiale e diventa presto un simbolo, grazie al brio musicale che di fatto anticipa la produzione della canzone italiana degli anni Cinquanta. 

Per quanto non fosse il caso della Badoglieide, il cui testo era molto esplicito e diretto, l’escamotage dell’ironia verrà utilizzato nel dopoguerra per dissimulare temi politici e di protesta.

Gli anni successivi al termine del Secondo Conflitto Mondiale vedono un susseguirsi di eventi politici: a seguito del referendum del 2 giugno 1946, si conferma la formula del  governo antifascista di ampia coalizione già sperimentata negli anni precedenti. Il governo,  presieduto da Alcide De Gasperi, è formato da Democrazia Cristiana, Partito Socialista e Partito Comunista. Ben presto però gli equilibri iniziano a vacillare, anche a causa del contrasto internazionale tra sovietici e occidentali. DC, PSI e PCI non sono più compatibili; De Gasperi all’inizio del ‘47 accoglie il Piano Marshall, portando l’Italia nella sfera occidentale, scioglie il governo e il 31 maggio del 1947 forma un nuovo governo senza ministri comunisti o socialisti. 

In Italia questo clima di polarizzazione si respira in modo evidente  nelle elezioni del’48, che si svolgono all’insegna di una nuova propaganda politica che non si ferma neppure davanti al riutilizzo in chiave elettorale delle favole. 

Al concludersi delle elezioni, che vedono la schiacciante vittoria della Democrazia Cristiana, la  tensione non diminuisce, tanto che il 14 luglio 1948 uno studente spara a  Palmiro Togliatti, segretario del Partito Comunista Italiano. Questo evento viene immediatamente  tradotto in un canto popolare, reinciso nel 2002  da Francesco De Gregori e Giovanna Marini nell’album “Il fischio del vapore”.

Nel frattempo De Gasperi, Presidente del Consiglio e Segretario della DC, firma il Patto Atlantico: l’Italia entra nella NATO il 4 luglio 1949. 

Nel Paese, la propaganda anti-comunista continua, spalleggiata anche dalla Chiesa. Anche e soprattutto negli Stati Uniti, il clima anti-comunista è molto forte, diffuso dall’atteggiamento politico del Maccartismo, che prende il nome dal senatore JR McCarthy e che pone in essere una vera e propria caccia alle streghe nei confronti degli ideali comunisti, instaurando un clima di terrore e sospetto. Nel 2005 George Clooney dirige Good night e good luck, spiegando bene come il sistema dei media inizi pian piano a smascherare i metodi coercitivi del senatore.




"Subito dopo la guerra , le città erano distrutte e semivuote. Alcune famiglie vivevano in baracche, altre addirittura in grotte."

In Italia, il periodo tra il ‘48 e il ‘49 è caratterizzato da subbugli tra le classi lavoratrici. È il periodo delle lotte contadine, legate alla difese del lavoro, che prendono la forma dell'occupazione delle terre incolte e degli scioperi alla rovescia: gli agricoltori, invece di astenersi dal lavoro, si occupavano delle terre abbandonate come atto di protesta. 

Il governo, che pure non ignora i problemi del lavoro e procede ad una riforma agraria per una limitata redistribuzione delle terre, gestisce però l’ordine pubblico in modo severo, reprimendo spesso le manifestazioni popolari, operaie e contadine. Il controllo dell’ordine pubblico si trasforma talora in un vero e proprio scontro a fuoco come a Modena o a Celano, solo per citare due esempi in cui contadini e operai rimangono a terra.


Nel frattempo, però, si diffonde anche il modello di produzione fordista e le grandi fabbriche del triangolo industriale richiamano masse di lavoratori poco qualificati dalle aree meno ricche del paese: iniziano i  grandi flussi migratori che caratterizzano tutto il decennio e che sostituiranno lentamente quelli verso l’estero.

Nel 1952 con l’Inchiesta parlamentare sulla miseria, deliberata dalla Camera dei deputati, si arriva ad avere una vaga idea sulle condizioni in cui versava il Paese. L’immagine che ne esce è quella di un Paese ben lontano dall’aver risolto problemi sociali di assoluta urgenza, i cui la miseria era una condizione di vita tanto ampiamente diffusa da essere addirittura quella prevalente in alcune zone, soprattutto nel Mezzogiorno e nelle Isole. All’incirca il 24% delle famiglie vive in abitazioni sovraffollate (con oltre due persone per stanza) o improprie, il 38,2% delle famiglie non acquistava carne nemmeno una volta alla settimana. Gli indici di povertà sono rintracciabili in alimentazione scarsa, abbigliamento scadente e abitazioni sovraffollate o di fortuna. L’inchiesta evidenzia come quasi un quarto delle famiglie vivano in condizioni di miseria o di disagio, di cui oltre il 50% nel sud e nelle isole.

Sempre nel 1952, l'Italia affronta la questione triestina: dopo la Guerra, a seguito dei Trattati di Parigi del 1947, Trieste diviene una città stato indipendente sotto la protezione delle Nazioni Unite con il nome di ‘Territorio libero di Trieste’ (TLT) e il territorio viene diviso in due zone: una sotto il controllo angloamericano (comprendente anche Trieste) e l’altra gestita dalla Jugoslavia. Il 1954 finalmente è l’anno della soluzione e con il ‘Memorandum di Londra’ la zona angloamericana inizia ad essere gestita direttamente dall’Italia. A questo episodio fa riferimento Vola Colomba, composta da Bixio Cherubini e da Carlo Concina. È il brano vincitore della seconda edizione del Festival di Sanremo, interpretato da Nilla Pizzi, che in quell’anno dominerà il Festival conquistando anche il secondo e terzo posto del podio con, rispettivamente, ‘Papaveri e Papere’ e ‘Una donna prega’. Apparentemente la canzone è una dedica d’amore per un uomo da cui ci si è dovuti allontanare non per propria volontà, ma, volendo contestualizzarla nell’epoca e nei luoghi, è una dichiarazione d’amore nei confronti della Trieste sopraffatta da quegli eventi.

"Quindi, insomma, è sicuro che l'Italia negli anni Cinquanta diventa un po' più <<americana>>, ma con un po' di distacco."

Siamo alla metà del decennio. Il Paese, seppur con difficoltà, si sta via via modernizzando. La legge Romita del 1955 prevede una rete autostradale presente su tutto il territorio italiano e l’anno successivo si inaugura l’Autostrada del Sole; il 25 marzo del 1957, con la firma dei Trattati di Roma, si istituisce la Comunità Economica Europea e la Comunità Europea dell’Energia Atomica. Domenico Modugno con Vecchio frack dice adieu a quell’epoca elegante che il progresso si sta lasciando alle spalle, progresso velocizzato dall’avvento di un nuovo medium: la televisione

Il 3 gennaio 1954 la RAI, Radiotelevisione Italiana, inaugura le sue trasmissioni sul Primo Canale. 

La televisione è mezzo di informazione, educazione e intrattenimento. Tra i diversi programmi, sono passati alla storia Carosello, quiz televisivi come Lascia o Raddoppia e il Musichiere, segno della centralità della canzone in questi anni.
Il Festival di Sanremo, in onda dal 1951 via radio, approda sul piccolo schermo nel 1955.

La televisione diventa il nuovo focolare intorno a cui la famiglia si riunisce la sera; un mezzo pedagogico e di intrattenimento dove il pubblico impara e si diverte; un collante della società che vede l’unità della famiglia, la socializzazione nei luoghi di visione pubblica e mezzo di unificazione linguistica e culturale.

La diffusione della televisione non influisce negativamente sull'industria musicale, anzi, grazie ai programmi musicali come Il musichiere e alla trasmissione del Festival di Sanremo a partire dal 1955, ne rinforza la centralità nel panorama dell’intrattenimento e dei consumi culturali di quegli anni. Peraltro, proprio negli anni Cinquanta, l’industria musicale vede aumentare il proprio fatturato, anche grazie alle innovazioni tecniche: i dischi in gommalacca da 78 giri al minuto che avevano costituito lo standard degli anni precedenti vengono sostituiti, nel 1948, da  dischi in pvc da 33 giri al minuto, che prendono il nome di vinili. L’anno successivo vengono affiancati da un nuovo formato, il  45 giri, che sarà utilizzato per tutto il decennio successivo. 

In Italia, i 45 giri arrivano alla fine del decennio insieme ai jukebox, nuovo simbolo di aggregazione sociale soprattutto tra i più giovani anche perché, nel frattempo, il Paese inizia a subire il fascino americano, da cui è influenzato negli stili e generi musicali e nella cultura. Ne sono esempio la celeberrima Tu vuò fa l’americano, I ragazzi del Jukebox e Un americano a Roma.

"Insomma, potremmo quasi dire che Modugno abbia insegnato agli italiani a volare."

Il 1958 è l’anno che dà inizio al boom economico.

Gli elettrodomestici entrano nelle case degli italiani, facilitando anche la gestione domestica delle famiglie. L’Italia si sta evolvendo anche tecnologicamente e industrialmente anticipando, sotto il punto di vista cinematografico, gli anni Sessanta. 

Fino a questo momento il mondo del cinema ha seguito il filone del neorealismo, con cui intende confrontarsi con i problemi generati dalla Seconda Guerra Mondiale. Nel 1949, Giuseppe De Santis dirige Riso Amaro, raccontando le storie di due coppie di amanti e attraverso le quali descrive le trasformazioni del nuovo periodo.

Il neorealismo vuole raccontare vicende ispirate alla cronaca di quel periodo. I registi spostano dunque la loro attenzione sui problemi sociali del momento, come l’inflazione o la crescita della disoccupazione. Ma il pubblico, a lungo andare, si stanca della narrazione dell’Italia povera e sofferente, iniziando a preferire temi meno pesanti. Nel 1953, Pane, amore e fantasia di Luigi Comencini apre la strada ad un filone che occasionalmente tocca questioni sociali e predilige la commedia rosa, a cui fa seguito la stagione della commedia all’italiana dove a Vittorio De Sica e Totò si affiancano Sophia Loren, Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni.

Pane, amore e fantasia e La famiglia Passaguai (di e con Aldo Fabrizi, 1951) rappresentano un punto di svolta del cinema italiano: l’ironia e la rinnovata fiducia verso il futuro sono elementi di entrambi i film che aderiscono perfettamente alla società italiana di quel periodo che, dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale, ha bisogno di leggerezza. 

Una leggerezza che ritroviamo anche nella musica. Il decennio si appresta a finire, e con esso anche i tristi ricordi della guerra, della fame e della povertà. E’ il 1958 e Domenico Modugno, dal palco del Festival di Sanremo, allarga le braccia e porta l’Italia Nel blu dipinto di blu.

Le autrici di questo testo sono Sara Marchetti e Arianna Sarcone

Copy e visual editing a cura di Chiara D'Ortona e Emanuela Testa

Per scrivere questo testo ci siamo ispirati a:

Guido Crainz, Storia della Repubblica, Donzelli 2016
Paul Ginsborg, Storia d'Italia dal dopoguerra ad oggi, Einaudi, 1989

Stephen Gundle e Marco Guani, Quaderni storici, Nuova serie, Volume 21

Tarcisio Tarquini, Vecchie e nuove povertà, Ediesse 1983

Inoltre abbiamo consultato:
www.patrimonio.archivioluce.com
www.rai.it
www.teche.rai.it
www.treccani.it
www.sissco.it